"Quello che proponiamo con la nostra iniziativa è il boicottaggio finale di Israele perchè chiunque usi mezzi militari contro civili inermi (...) commette un crimine contro la vita umana: il boicottaggio economico deve impedire di continuare ad acquistare altri armi da guerra". Con queste parole Giancarlo Desiderati del sindacato Flaica-Uniti-Cub ha cercato di spiegare i motivi per i quali varrebbe la pena boicottare il commercio israeliano. E ne è nato un putiferio. Tutti hanno visto in questa proposta una provocazione tesa a discriminare i negozi romani gestiti da famiglie ebraiche. Tutti hanno, con inquietudine, ricordato le leggi razziali del regime fascista, tra le cui simpatiche iniziative vi era proprio il boicottaggio dei commerci ebrei.
Personalmente non sono d'accordo coi boicottaggi. Se avessi un ristorante, che so, in Finlandia, ed il presidente del consiglio italiano avesse un'uscita da peracottaro nei confronti della premier finlandese, ed i finlandesi per ritorsione boicottassero il mio ristorante, vedrei come un'ingiustizia il fatto di dover pagare per una colpa non mia. Soprattutto se, oltretutto, non sono stato neanche elettore di quel governo. Purtroppo non ho un ristorante italiano in Finlandia ma un nostro connazionale si ed in quella occasione se la vide davvero brutta. Per questo tendo a non confondere tra le responsabilità di un governo e quelle di un popolo, anche se, come in questo caso, la linea di demarcazione è davvero sottile.
"Nell'esprimere una condanna quanto mai ferma e intransigente sull'ipotesi di boicottaggio dei negozi di proprietà di ebrei, ricordo agli ideatori di questa pessima trovata che analoghe iniziative sono già state prese, nella seconda metà degli anni '30 del secolo scorso e che hanno fatto da prodromo alle Leggi Razziali." Queste parole non sono di Fausto Bertinotti o, men che mai, di Walter Veltroni. Sono del sindaco di Roma Gianni Alemanno, il quale, vuoi per la sua storia personale, vuoi per le discendenze politiche, vuoi per le parentele illustri, sa bene di cosa parli. Alemanno non solo conosce bene l'argomento, ma condanna le ben peggiori risoluzioni del governo fascista, dal quale discende la storia del proprio movimento politico.
Stupore e costernazione!
Dal momento che non esita a ricordarci questa orribile macchia della storia italiana, macchia nera ovviamente, mi permetto di invocare la sua intercessione per altri terribili macchie che non sono andate via, ma che al contrario si accentuano ad ogni pietoso tentativo di risciacquare il passato.
Per esempio lo pregherei di stigmatizzare un più deciso tentativo di rilanciare le leggi razziali avanzato da Forza Nuova (parente stretta del proprio movimento politico) in quel di Padova, con la stampa di volantini che invitano la popolazione a boicottare i negozi dei cinesi. Addirittura Andrea Minchio (coordinatore veneto di Forza Nuova, nomen omen?) afferma che si tratta di un’iniziativa dall’indiscutibile valenza sociale. Io oserei definirla sociale e nazionale. In una parola: nazionalsocialista. Si può anche abbreviare in nazi, se ritenete.
Inviterei ancora Alemanno a censurare l'iniziativa di questo governo, verso il quale qualche entratura immagino abbia, che tenta disperatamente di riabilitare i soldati repubblichini, unico caso al mondo di volontà di premiare un esercito che abbia combattuto fianco a fianco con quello nazista hitleriano, cercando di equipararli ai partigiani che hanno liberato l'Italia dalla dittatura.
Il caro sindaco di Roma, sono certo, se l'organizzazione del viaggio del Papa alla Sapienza gli lascerà spazio per occuparsi d'altro, con la forza di un Tribunale Speciale non mancherà di condannare, condannare, condannare.
1 commento:
no, ma questa storia qui è proprio zozza perchè sto sindacato (tra l'altro nell'occhio del ciclone per aver appoggiato le rivendicazioni dei lavoratori ikea) hanno parlato di boicottaggio dei prodotti israeliani (quelli con 729 sul codice a barre) e basta. Ne' di negozi nè di aziende.
ne ho parlato qui,
http://www.cloroalclero.com/?p=482
sta gente sciacalla, stile fascista, su cose inesistenti e intanto sputtana un sindacato combattivo e attivo.
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