Visualizzazione post con etichetta Roberto Saviano. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Roberto Saviano. Mostra tutti i post

martedì 6 gennaio 2009

Sodoma e Gomorra secondo Cannavaro l'Illuminato


"Gomorra", il film capolavoro di Matteo Garrone tratto dal libro di Roberto Saviano, prosegue la sua corsa verso l'Oscar a passo spedito e più di un esperto ha azzardato pronostici favorevoli. Proprio oggi il grande Martin Scorsese ha espresso parole entusiastiche verso il film sulle pagine del New York Times: "Ammiro la brutalità di questa pellicola e la devozione di Matteo Garrone e di tutto il cast nella ricerca di una terribile verità". Insomma tutto il mondo sta riconoscendo che da un grande libro è stato eccezionalmente tratto un grande film.

Ma i maître à penser nostrani sono spesso controcorrente. In un paese in cui si amplificano i pareri, sugli argomenti più disparati, non di scienziati o intellettuali ma di sciampiste o grandefratellisti, ogni tanti è piacevole ascoltare le parole di pensatori veri. Uno di questi è senz'altro il campione del mondo Fabio Cannavaro, svelto di piede e di cervello, che ha dispensato le sue perle di saggezza a Chi, la bibbia dello stato dell'arte della cultura contemporanea.

"Per il cinema italiano spero che Gomorra vinca l'Oscar. Ma non penso che gioverà all'immagine dell'Italia nel mondo. Abbiamo già tante etichette negative". L'intellettuale Cannavaro sostiene quindi, come i più elevati cerebrodotati, che l'immagine dell'Italia può essere sporcata da chi racconta la camorra, piuttosto che da chi la sostiene, la protegge politicamente, la difende. La memoria non può non andare al dopoguerra, quando l'allora giovane Andreotti (guarda caso poi inquisito per mafia e successivamente prescritto, non assolto) mise i bastoni tra le ruote a Ladri Di Biciclette, reo di mostrare al mondo "gli stracci e i cessi del paese".

E proprio come un Andreotti dei tempi d'oro l'agile Cannavaro è passato in sciolto contropiede da Gomorra a Sodoma, giusto per non farsi mancare niente. Essendo un grande esperto di politica internazionale, nel commentare l'opera di Zapatero ha affermato che "la Spagna sta bene, ha investito nel rinnovamento delle grandi città". Ed a chi gli chiedeva lumi sui matrimoni gay, il testimonial di una delle mutande più gay oriented del prêt-à-porter contemporaneo ha replicato: "Mmmh, su quello, forse, sono più italiano...", entrando nel vasto gruppo dei calciatori più aperti mentalmente.

Tirando le somme, per l'illustre italiano Cannavaro essere italiani significa: nascondere le vergogne di casa e temere che importanti film italiani vadano all'estero se raccontano storie scomode, invidiare il successo di politiche estere ma nello stesso tempo non condividerne le aperture sociali che tanto hanno contribuito al suddetto successo. Insomma essere andreottiano.

Lasciatelo esternare, è proprio un italiano vero!

sabato 18 ottobre 2008

La risposta dello Stato


E venne il giorno in cui il ministro dell'Interno Roberto Maroni si occupò di Roberto Saviano. Ovviamente a modo suo.

A Napoli per fondamentali questioni di Stato, Bobo Maroni (famoso per essere stato immancabile ministro degli insediamenti berlusconeschi e per le sue dichiarazioni circa l'abitudine a scaricare mp3 di straforo) ha dedicato qualche parola a colui che è al momento lo scrittore italiano più famoso e stimato del mondo, un esempio di impegno sociale e civile che pareggia a malapena la cattiva immagine di se stessa che l'Italia consegna all'estero ogni volta che abbiamo come presidente del consiglio Silvio nostro.

Com'è noto, Saviano ha espresso il proprio malessere nel vivere una vita blindata ed ha dichiarato che, pur di riacquistare la libertà che gli spetta di diritto, sarebbe intenzionato a trasferirsi in un altro paese. La reazione del ministro è stata impietosa al punto tale che leggendo le sue parole si ha l'impressione che abbia addirittura dovuto moderarsi, tale e tanta era la polemica che sentiva ribollirsi dentro. Io, che sono un malpensante matricolato, mentre leggevo assimilavo tutt'altro e mi sono permesso così di tradurre le reali parole di Maroni con quanto, immagino, avrebbe voluto dire davvero. E' una mia libera interpretazione, sicuramente opinabile e non rispondente alla realtà, ma è frutto di impressioni ricevute a pelle.


"Roberto Saviano è un simbolo ma non è il simbolo." (Roberto Saviano mi ha rotto i maroni, sono io il ministro dell'Interno, mica lui!)

"La lotta alla criminalità organizzata la fanno poliziotti, carabinieri, magistrati, imprenditori che sono in prima linea ma non sulle prime pagine dei giornali" (Paghiamo fior di milioni d'euro per far investigare le forze dell'ordine più disparate ed arriva stò ragazzino che tomo tomo cacchio cacchio con un lapis ed un notes scopre molte più cose ed oltretutto le pubblica pure, facendoci fare la figura di chi dorme col prosciutto sugli occhi!)

"(Mi auguro che lo scrittore non lasci l'Italia) perché contribuisce con la sua immagine al contrasto alla criminalità organizzata (ma anche perchè non ritengo) una buona idea quella di andarsene. Non mi pare ci sia certezza di evitare la vendetta camorristica, che non ha confini" (Adesso che ha i fari di tutto il mondo puntati addosso vuol fare il gesto di andarsene dall'Italia, facendoci fare la figura di chi non è capace di assicurargli una vita decente. Ed invece è bene che resti, è qui che dopo l'ascesa dovrai fare il tonfo quando gli italiani si saranno stufati di vedere la tua foto sui giornali! Perchè tanto, pure se te ne vai, 'ndò cazzo scappi? Quelli se vogliono ti beccano anche nel buco del culo del mondo e non dire che non ti avevamo avvertito!)

"Non è da oggi che si combatte la camorra, lo si fa da sempre in silenzio. Al di là della risonanza mediatica e della vicenda personale di Saviano la lotta alla criminalità organizzata si fa quotidianamente da parte di tutte le forze dello stato, sempre più con il coinvolgimento dei cittadini" (Hanno ragione i ragazzini di Casale di Principe quando dicono che si doveva fare i cazzi suoi. Fino a poco tempo fa la camorra lavorava discretamente in tutta comodità e noi non dovevamo neanche fare granchè, da quando questo qui ha scoperchiato il pentolone ci tocca almeno far finta di fare qualcosa, come se la gente poi ti aiutasse!)

"Non vorrei ridurre lo Stato nella sua azione a una personificazione" (quindi la smettesse di fare il simbolo dell'italiano onesto, rubando la scena a me o a Silvio sui giornali del resto del mondo, che proprio non è il momento! La gente potrebbe cogliere le differenze!).