"Gomorra", il film capolavoro di Matteo Garrone tratto dal libro di Roberto Saviano, prosegue la sua corsa verso l'Oscar a passo spedito e più di un esperto ha azzardato pronostici favorevoli. Proprio oggi il grande Martin Scorsese ha espresso parole entusiastiche verso il film sulle pagine del New York Times: "Ammiro la brutalità di questa pellicola e la devozione di Matteo Garrone e di tutto il cast nella ricerca di una terribile verità". Insomma tutto il mondo sta riconoscendo che da un grande libro è stato eccezionalmente tratto un grande film.
Ma i maître à penser nostrani sono spesso controcorrente. In un paese in cui si amplificano i pareri, sugli argomenti più disparati, non di scienziati o intellettuali ma di sciampiste o grandefratellisti, ogni tanti è piacevole ascoltare le parole di pensatori veri. Uno di questi è senz'altro il campione del mondo Fabio Cannavaro, svelto di piede e di cervello, che ha dispensato le sue perle di saggezza a Chi, la bibbia dello stato dell'arte della cultura contemporanea.
"Per il cinema italiano spero che Gomorra vinca l'Oscar. Ma non penso che gioverà all'immagine dell'Italia nel mondo. Abbiamo già tante etichette negative". L'intellettuale Cannavaro sostiene quindi, come i più elevati cerebrodotati, che l'immagine dell'Italia può essere sporcata da chi racconta la camorra, piuttosto che da chi la sostiene, la protegge politicamente, la difende. La memoria non può non andare al dopoguerra, quando l'allora giovane Andreotti (guarda caso poi inquisito per mafia e successivamente prescritto, non assolto) mise i bastoni tra le ruote a Ladri Di Biciclette, reo di mostrare al mondo "gli stracci e i cessi del paese".
E proprio come un Andreotti dei tempi d'oro l'agile Cannavaro è passato in sciolto contropiede da Gomorra a Sodoma, giusto per non farsi mancare niente. Essendo un grande esperto di politica internazionale, nel commentare l'opera di Zapatero ha affermato che "la Spagna sta bene, ha investito nel rinnovamento delle grandi città". Ed a chi gli chiedeva lumi sui matrimoni gay, il testimonial di una delle mutande più gay oriented del prêt-à-porter contemporaneo ha replicato: "Mmmh, su quello, forse, sono più italiano...", entrando nel vasto gruppo dei calciatori più aperti mentalmente.
Tirando le somme, per l'illustre italiano Cannavaro essere italiani significa: nascondere le vergogne di casa e temere che importanti film italiani vadano all'estero se raccontano storie scomode, invidiare il successo di politiche estere ma nello stesso tempo non condividerne le aperture sociali che tanto hanno contribuito al suddetto successo. Insomma essere andreottiano.
Lasciatelo esternare, è proprio un italiano vero!