giovedì 15 gennaio 2009

Dio vuole la pace, anche a suon di bombardamenti (Joseph)


Rispettabile Joseph,
I rabbini italiani
non parteciperanno sabato 17 gennaio alla Giornata sull'ebraismo, indetta dalla Cei, in quanto secondo loro con Benedetto XVI il dialogo tra cattolici ed ebrei è tornato indietro di 50 anni. I capi della chiesa ebraica accusano il Papa di riservare un atteggiamento di superiorità alla fede cristiana e di non prestare ascolto alle ragioni delle altre confessioni monoteiste. Da atea mi stupisco ogni volta che la fede nel vostro Dio non fa che generare violenza, guerre, ingiustizie, odi e rancori, come sta accadendo ancora oggi in medioriente, mentre da buddhista non posso che gioire che gli unici veri leader religiosi che professino amore, pace e comprensione siano proprio i seguaci del Buddha, come Daisaku Ikeda, presidente dei buddhisti Soka Gakkai, ed il Dalai Lama Tenzin Gyatzo, capo del buddismo Gelupa. Quando imparerete anche voi che l'amore ed il rispetto non vanno predicati ma messi in pratica?
Rispettosamente vostra,
Sabina G.


Irrispettosen tonna,
tue pucie no fanno tremare me pizzo ti sottanen. Noi professa und promuofe pacen, ke kolpa afere noi se altri no fogliono la stessa pacen sotto ompra ti krocefissen? In kvesto kasen no resta ke frakassaren su loro fuota kapoccien lo stessen krocefissen, kosì forse loro kapisce meglio. In kvanto a puttismo, efetivamente rompe parekkio skatole a kiesa kon kvesta promessa ti felicità su kvesto monto et in kvesta fita, infece ke in altro monto, facento fare fikura ta improglionen a noi relicioni ke promette felicità post mortem, topo una fita ti dolore und miserien. Noi teferiten Iketa a karante ti pupplicità per konkorrenzen slealen, mentre faciamo uficiale rikiesten ti sostituiren Talai Lamen kon Talai Bilamen: primo Lamen tira fuori felicità und sekonto Lamen taglia ela alla ratice. Ja!

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