sabato 12 maggio 2007

La seconda marcia su Roma




12 maggio 2007. Segnatevi questa data. La ricorderete, in futuro, come la seconda marcia su Roma. Chi è accorso oggi alla corte della Famiglia, blandito, precettato, convinto dal proprio parroco, dagli appelli dei politici, dal proprio referente elettorale, pensa di aver fatto una cosa buona e giusta. Aver manifestato in favore della Famiglia. E gli italiani sono sensibili al richiamo della Famiglia. Gli italiani sono mammoni per definizione, per noi i figli sono pezzi di “core”, guai a toccarci la Famiglia. Non a caso le organizzazioni criminali identificano la loro solidità ed impenetrabilità col termine di Famiglia: la Nuova Famiglia ne è solo un esempio. Se vuoi far litigare due persone basta dire ad uno dei due che l’altro ha parlato male di sua madre. O di sua sorella. Le faide medievali che tuttora insanguinano alcuni territori del nostro paese si sviluppano tra Famiglie. I fatti di sangue più efferati accadono in Famiglia. Violenza, omicidio, stupro, pedofilia, accadono soprattutto in Famiglia. La Famiglia è il bozzolo in cui veniamo al mondo e cresciamo, è la nostra impronta digitale, la nostra faccia, il nostro nome. Non mi stupisce quindi che la Famiglia sia tirata in ballo ogni volta che si vuol far passare qualche messaggio importante. Le campagne elettorali degli ultimi anni hanno sempre avuto la Famiglia al centro della propaganda. Noi italiani vogliamo tanto bene alla Famiglia, noi viviamo per papà e mammà. O per i nostri figli. Il senso dello Stato o una morale della legalità sono sempre stati secondari rispetto alla Famiglia. La nostra letteratura, e purtroppo la nostra cronaca, è pregna di criminali ai quali è bastato il perdono della Famiglia per sentirsi reinseriti nella società. La Franzoni, condannata per l’omicidio del figliolo, ha scatenato come poche altre le rotative dei giornali, ha spaccato in due le opinioni del paese ma è all’interno della propria Famiglia che ha continuato la propria vita, tanto è vero che col marito ha messo al mondo subito un altro figlio ed alla legge dello Stato, nonostante la condanna, continua a sfuggire. I nostri politici più conservatori amano talmente tanto la Famiglia che ne hanno quasi sempre più di una. La Famiglia è sacra, quello che c’è al di fuori è secondario. In quest’ottica non stupisce che anche coloro che non possono crearsene una, per il proprio orientamento sessuale, desiderino che siano poste in essere le condizioni giuridiche perché possa accadere. Da molti anni i movimenti omosessuali promuovono una cultura della coppia all’interno delle istituzioni, qualche esponente dei suddetti movimenti è riuscito addirittura ad accedere ai banchi del Parlamento. Sull’onda di leggi apposite create in altri stati europei, dalla Francia alla Spagna, dalla Gran Bretagna all’Olanda, sembrava che anche in Italia si muovesse qualcosa. Del resto i sondaggi erano chiari: la maggioranza degli italiani era favorevole ad allargare i diritti alle coppie gay e lesbiche perché sapevano bene che una legge di solidarietà civile non avrebbe mai potuto intaccare la solidità della propria Famiglia. Con un governo di sinistra, o almeno eletto come tale, si era messo mano ad una legge nata col piede sbagliato e proposta anche peggio. Il cattolico Prodi incarica l’ex ciellina Bindi di stendere una legge ad oc, e l’onorevole cattolica partorisce quel che può, un disegno di legge (quello sui Dico) che scontenta tutti: gli omosessuali perché chiaramente razzista, e i cattolici semplicemente perché esistente. Poteva la Chiesa, che ha perso terreno in tutti i summenzionati paesi dove leggi molto più civili e progressiste dei Dico hanno fatto breccia, tacere? Poteva permettere la Chiesa che proprio nella “sua” Italia si commettesse lo sconcio di dare diritti a chi non ne ha? Ed infatti l’armata del Vaticano parte per la propria crociata e sfrutta tutto il potenziale di propaganda di cui dispone per impedire che la legge passi. Non c’è giorno in cui non lanci bordate, nessuna delle quali a salve. E su cosa fa leva il Vaticano per convincere gli italiani che la legge sui Dico non s’ha da fare? Ma ovviamente sulla Famiglia! E così il Vaticano usa la Famiglia per convincere la gente che le coppie di fatto minacciano la Famiglia! In che modo? Non si sa, ma l’importante è dirlo. Non conta argomentare, spiegare, giustificare, conta Dirlo! Lavare il cervello, le menti, angosciare fino all’inverosimile, mettere in prima linea le 29.000 parrocchie sparse come roccaforti sul territorio italiano per muovere la guerra agli irregolari, ai viziosi, ai "disordinati sessuali", a coloro che non vogliono nascondere le proprie tendenze sessuali dietro una tonaca (nera o porpora è ininfluente) ma vogliono vivere la propria vita ed i propri amori alla luce del sole. In nessuno stato civile la chiesa, o qualunque altra entità religiosa, dovrebbe essere un riferimento, fare testo. La religione è qualcosa che attiene all’intimo dell’uomo, può dettare uno stile di vita, non leggi di uno Stato Sovrano. In Italia, come in uno stato islamico, accade. E l’influenza della chiesa è tale che questo povero governo, sballottato tra i comunisti orgogliosi di esserlo e quelli che se ne vergognano, tirato per la giacchetta dai laici più oltranzisti e dalle portatrici malsane di cilicio, non ha saputo più che pesci prendere e, non sapendo come tirarsi fuori dal ginepraio in cui si era incamminato ha pensato di risolvere la questione con un mezzuccio: usando, ancora una volta, la Famiglia. Una grande manifestazione, ma grande davvero, una di quelle alle quali non si può restare indifferenti, in cui la Famiglia ribadisca che la Famiglia è quella e può essere solo quella. Solo in questo modo il governo può ritirare una legge fortemente voluta dai propri elettori: dichiarando che la Famiglia, e quindi gli italiani tutti, quella legge non la vogliono più. E così, come per la prima, si è organizzata questa seconda marcia su Roma per imporre all’Italia tutta il volere dei più razzisti. Addirittura si concede lo sconto sui biglietti ferroviari per chi parteciperà alla Marcia. In questo modo la Chiesa è contenta e il governo si toglie le castagne dal fuoco. La propaganda Vaticana e politica è stata tale che lentamente anche i sondaggi di opinione stanno mutando, gli italiani sono un po’ meno convinti di allargare i diritti anche alle coppie di fatto. Il lento convincimento funziona. Mettendo i favorevoli ai Pacs, o ai Dico, o a quel che volete, in minoranza si possono abbandonare tutti i progetti sull’argomento ed uscirne puliti. Dimenticando una questione cruciale: così non vince la Famiglia ma solo chi non crede che la politica debba risolvere i problemi delle persone. In una democrazia, in una Democrazia vera, tutte le alternative dovrebbero essere legalizzate, in maniera che quando siano esercitate non siano condannate. Nei paesi in cui non accade c’è segregazionismo. I diritti, in una Democrazia vera, devono essere uguali per tutti. O almeno per tutti quelli che, pagando le tasse, mantengono allo stesso modo lo Stato. Ma se uno Stato pavido non riesce ad assicurare a tutti i propri cittadini i medesimi diritti forse dovrà cominciare a considerare l’idea di non far pagare le tasse a coloro che, come i pària, appartengono ad una casta inferiore. Soprattutto se con le medesime tasse finanzia anche la chiesa, l’ente che non vuole che si estendano i diritti ma che nondimeno non disdegna di celare alla giustizia degli uomini quei clericali che si macchiano di nefandezze come la pedofilia.

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