lunedì 5 marzo 2007

Lo sciopero dei sacramenti


Dal Blog di Beppe Grillo:

Lo sciopero dei sacramenti
Esiste in Italia una classe di persone che mi preoccupa. Sono gli ingerenti. Si dice ingerente un soggetto che si fa i cazzi degli altri non sapendone un cazzo. Gli ingerenti frequentano i talk show, rilasciano dichiarazioni, si preoccupano per i problemi della società civile. Problemi che loro non hanno. Che neppure li sfiorano. Confindustria, politici, giornalisti pontificano sulla legge Biagi. In assenza degli interessati: i precari. Ministri, sottosegretari, sindacati si esprimono sui caduti sul lavoro. In assenza dei famigliari delle vittime. E il Vaticano si esprime sulla famiglia. Un tema che gli è caro da sempre. Forse perchè gli ecclesiastici non tengono famiglia. E’ una forma di nostalgia. Civiltà Cattolica avverte del pericolo “di un testo peggiore da un punto di vista del bene comune”. E il presidente della commissione della famiglia monsignor Anfossi non vuole neppure sentire parlare dei DICO. Perchè: “similmatrimonio destinato alle coppie omosessuali”. La maggioranza degli italiani è a favore del DICO. Fanno eccezione il duo di chierichetti Andreotti-Mastella e pochi altri. Anche Casini, nel segreto del talamo di divorziato, è a favore. I nostri dipendenti non se la sentono di affrontare il problema. Facciamolo noi. Dichiariamo lo sciopero dei sacramenti. Fino all’approvazione dei DICO. A cominciare dal matrimonio religioso. A seguire battesimo e onoranze funebri. Magari congelando il parente per un po’. Il danno economico e di immagine per il Vaticano sarebbe enorme. Interrompere il flusso di cassa dei sacramenti lo porterebbe alla bancarotta. Se anche questa misura non funzionasse, il Governo potrebbe iniziare a ingerire in Vaticano. Proporre un referendum per fare sposare i preti. Come ha voluto Madre Natura. E per sostituire le Guardie Svizzere con la Guardia di Finanza.
Beppe Grillo

In nome del medesimo desiderio di libertà che vorrebbe l'Italia affrancata dal fiato pesante della chiesa, eviterei di invocare il matrimonio per i preti, che almeno scelgono di non sposarsi. Magari anche gli omosessuali potessero scegliere per la propria felicità e non dover attendere la carità di una legge, come quella dei Dico, profondamente razzista. La Chiesa non perde occasione di seminare discordia e divisione tra gli uomini, pretende di bloccare leggi che riguardano anche chi (come me) alla chiesa non appartiene, pretende di dirigere, consigliare, influire. Sicuramente è il momento di dire basta.
Chi è credente e si riconosce in questa chiesa è libero di farlo e di vivere secondo i propri princìpi, ma non può pretendere che si accodino coloro che quei princìpi non sentono come propri. Se, come penso, i Dico saranno bloccati, rendendo per l'ennesima volta l'Italia la cenerentola d'Europa, e se dobbiamo vivere tutti come se fossimo dei sagrestani, bisognerà cominciare a mettere mano a leggi molto più contro la famiglia dei Dico, come per esempio quella sul divorzio o sull'aborto. Ed ovviamente bloccare la libertà di professare religioni diverse da quella cattolica. Che ne pensa, Eminenza?
(5/3/2007)

Nessun commento: