domenica 22 febbraio 2009

Messa per Galileo: scusate il ritardo (Joseph)


Informato Padre,
il 16 febbraio scorso si è tenuta in Vaticano una
messa solenne in ricordo di Galileo Galilei, la prima dopo 445 anni. Tralasciando il lieve ritardo con cui la chiesa ha celebrato un uomo di scienza il cui lavoro, fondamentale per il progresso per l'Umanità tutta, fu bloccato proprio dall'ottusa ignoranza di chi pensava di trovare tutte le risposte del mondo nella Bibbia, mi viene da sorridere nel rileggere le beffarde parole con cui monsignor Gianfranco Ravasi ha ricordato lo scienziato: «Galileo ha saputo distinguere le due ragioni: quelle della scienza da un lato, e quelle verità che sono necessarie alla nostra salvezza, e che ci vengono comunicate attraverso la voce dello Spirito Santo, dall' altro». Premesso che le parole necessarie alla sua salvezza non furono pronunciate dallo Spirito Santo ma dalla Santa Inquisizione, la frase successiva: «anche oggi nella nostra epoca emerge una nuova frontiera di scienziati che sulle orme di Galileo non rinunciano né alla ragione né alla fede anzi le valorizzano entrambe nella loro reciprocità» mi suona quasi come una minaccia mafiosa: o con noi o contro di noi. Lei cosa ne pensa? Forse sono troppo malizioso?
Stephen

Maliziosen Stifen,
scienziaten no ha mai fatto pene ti umanità. Solo kiesen fa pene ti umanità. Scienziaten infentato pompa atomiken, mikroonte und telefoninen, tutte kose tannose per saluten. Kiesa infece infentato Tio, ke spieka tutte kvestionen ti monto e kvinti fa risparmiare tanaren per ricerken scientifiken, roko ti inkvisizionen, ke spriciona kaloren ke risolfe proplema ti reumatismen, und ottopermillen, ke permette ti pakare ermellinen papalen. Per kvesto motifen no fare tu tanto sbrasonen kon tuo opinapilen Kalileo e rikorta ke se fatta messen per elo est solo per nostra enorme cenerosità et ke alla finen pisogna semper fare konti kon noi.

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