venerdì 30 gennaio 2009

Claudio Baglioni propone Lampedusa per il Nobel della Pace



Claudio Baglioni e la Fondazione O'scia'

Propongono l'Isola e la gente di Lampedusa per il Nobel per la Pace

"Lampedusa malgrado viva da sempre una condizione di forte disagio e gravi difficoltà, dà tutta se stessa nell'accogliere i migranti, cercando di offrire futuro a quanti, nella loro patria, se lo vedono negare da persecuzioni, guerre, ingiustizie e carestie. Una terra e un popolo che insegnano al mondo il significato delle parole civiltà e sacrificio , dimostrando cosa vuol dire umanità restituendo senso e valore alla parola speranza, indicando la rotta verso un mondo nuovo, finalmente degno di essere abitato da uomini davvero degni dell'appellativo di uomini".


Sostieni anche tu la proposta.





Mi permetto di riproporre la lettera indirizzata a Claudio Baglioni nel maggio del 2008 dalle colonne di un altro blog, in occasione del suo compleanno, perchè mi sembra aderente al tema.

Caro Claudio,


fino a pochi minuti fa non pensavo neanche di scrivere un post su di te, invece gli eventi italiani di questi ultimi giorni mi spingono a farlo con una forza alla quale non riesco a resistere. L'augurio che ti rivolgo è quello di proseguire serenamente il lavoro che hai cominciato tempo fa tra enormi consensi. Dal lontano 1970 allieti le nostre giornate, ci hai lasciato un enorme tesoro di canzoni immortali e di eventi dal vivo irripetibili. Hai fatto tantissimo per la musica italiana e per un pubblico che ti segue con enorme affetto. Ma non è di questo che voglio parlare.


In questi ultimi anni hai cominciato a restituire tutto quello che hai avuto in più dalla vita, e che pure non ti sono state regalate, al punto tale che le occasioni benefiche alle quali hai partecipato (sia pubblicamente che in forma privatissima e segreta), non si contano più. Tra questi è degno di attenzioni internazionali, come in effetti avviene, la rassegna musicale che organizzi ogni anno a Lampedusa. O' Scià .


Originariamente, nel 2003, O'Scià doveva essere solo una serata di musica dal vivo per sensibilizzare l'opinione pubblica sul delicato tema dell'emergenza immigrazione e, allo stesso tempo, esprimere solidarietà agli abitanti delle isole Pelagie, così direttamente interessati dalle drammatiche cronache degli sbarchi dei clandestini. Ma nel tempo l'iniziativa è cresciuta e sin dalla seconda edizione sei riuscito a coinvolgere alcuni tra gli artisti più attenti e sensibili del panorama italiano e internazionale, e la manifestazione si è trasformata in una tre-giorni di musica e versi interamente dedicata al tema dell'incontro e del confronto tra le culture. E alla solidarietà. La manifestazione, seguita da un pubblico record e da tutti i principali organi di informazione nazionali e locali, si è presto accreditata come la più importante rassegna artistico/musicale a sfondo sociale del nostro paese e, in prospettiva, in ambito europeo. E proprio davanti all'Europa intera presentasti la quarta edizione, caso unico, con uno straordinario concerto nell'Aula Plenaria del Parlamento Europeo a Bruxelles.


Caro Claudio, il tuo impegno è notevole ma gli eventi di questi ultimi giorni ci insegnano che di discorsi sull'integrazione se ne devono fare ancora tanti. Una campagna elettorale vincente improntata sull'instillazione della paura dello straniero si è tradotta in una sorta di persecuzione. l'Italia, agli occhi del mondo, sta diventando un becero paese xenofobo. Razzista. Una volta il nemico da combattere era l'ebreo, oggi è diventato il rom, il rumeno, l'immigrato clandestino. I telegiornali propongono quasi con soddisfazione immagini di molotov lanciate sui campi rom. Tutto fa spettacolo. L'informazione è compatta nel riportare i dispacci delle autorità , nel riferire delle numerose retate "contro la criminalità e l'immigrazione clandestina". Il messaggio è assimilare l'immigrazione clandestina alla criminalità , lo straniero non regolare deve diventare, agli occhi di tutti, automaticamente delinquente. Lo stupro della ragazza rumena avvenuto un paio di giorni fa, perpetrato da un italiano, non ha avuto certo l'eco che sarebbe spettato di diritto ad un crimine analogo a nazionalità invertite (così come negli ultimi giorni il serio docente sessantenne italiano che ha abusato di numerose allieve non ha avuto certo la pubblicità delle solite bandacce di rumeni stupratori, n.d.r.). L'ansia è quella di dare "sicurezza alla gente", ma la percezione di insicurezza chi l'ha fornita? Chi l'ha cavalcata? A chi ha fatto comodo? Gli stranieri rastrellati in questi giorni stanno scontando pene per reati commessi o stanno pagando il prezzo richiesto da un modo violento di fare politica? Sono persone o merce di scambio?


Napoletani che assaltano gli zingari. Si dicono esasperati, ma da cosa? Reagissero allo stesso modo di fronte al camorrista che estorce il pizzo, o al popolare imprenditore che piega la politica di una città per gli interessi personali, vivrebbero in una città migliore. Così, a naso, immagino che sul territorio vi siano più malavitosi che rom, e presuppongo che facciano danni ben maggiori. Invece è molto più semplice mostrare i denti a chi sta peggio, a chi è più debole. 'O cane mozzeca 'o stracciato, cioè il cane morde sempre la persona con gli abiti più malridotti, chi sta peggio di tutti.


Qualcuno, che ha addirittura un ruolo di ministro, si azzarda a dire che di fronte a simili episodi di giustizia (?!) fai-da-te la gente fa quello che non fa la politica, come se la funzione della politica non sia il dialogo ma il rastrellamento di esseri umani stranieri. Altri propongono di far capillarmente pattugliare le nostre strade dall'esercito. Eravamo in guerra e non lo sapevamo. Propongono di far girare per le vie cittadine squadre composte da cinque persone: un vigile urbano, un agente di polizia, un carabiniere, un finanziere e anche un militare dell'Esercito. Stranamente esclusi i vigili del fuoco ed i boy scout. Proporrei anche il prete, giusto per dare l'estrema unzione sul posto in caso di bisogno. Il potere nelle mani dei nostalgici delle squadre sparse per le città . Tutto questo per difenderci dal rumeno stupratore, dalla zingara che ruba i bambini, dall'africano che vende i dvd pirata.


Commissari speciali per l'emergenza rom. I rom sono emergenza come la munnezza di Napoli? Un accanimento tale che hanno spinto persino la chiesa a prendere una posizione contraria, per non parlare delle reazioni negli altri paesi comunitari.


L'Italia è dunque diventata una nazione violenta, inospitale ed egoista, o forse si sta concedendo troppa voce a quelle frange che sono più sensibili e suggestionabili, che non esitano a lanciare urla di timore verso il diverso, lo straniero, l'uomo dalla pelle più scura? Un sondaggio della Ipr Marketing mostra che tra gli italiani si sta sviluppando un forte sentimento negativo nei confronti degli immigrati, in particolar modo verso i rom. Eppure qualche anno fa Indro Montanelli, giornalista che stimavo perchè intellettualmente onesto anche se conservatore, disse che gli italiani non potevano permettersi il lusso di dirsi razzisti perchè nei letti delle nostre nonne e bisnonne, tranne i pellerossa d'America, erano passati tutti i popoli. Potenzialmente potremmo essere discendenti di chiunque. Dunque?


Nel nostro paese arrivano persone affamate, talmente disperate da intraprendere viaggi potenzialmente mortali su carrette del mare, o stivati in tir-container come quarti di bue, pur di sfuggire da una realtà crudele, e giungendo in Italia, senza permesso, senza autorizzazione, questi maleducati, solo dietro la spinta di un'urgenza di sopravvivenza, si accorgono che sono delinquenti per il semplice fatto di esistere e di voler vivere. E chi, come me, spende parole in difesa di costoro sono spesso etichettati come difensori di delinquenti, di stupratori, di ladri di bambini.


Caro Claudio, come cantavi nel lontano 1974, "Quanta strada da fare che c'è, quanta strada, ancora non lo so..." Ne dobbiamo fare ancora di strada per diventare un paese sinceramente accogliente, sinceramente aperto. Iniziative come il tuo O'Scià sono aria buona nei polmoni malandati di questo paese. Continua a farci respirare, e grazie per essere quello che sei.


Michael Grimaldi

1 commento:

cristiana ha detto...

E' veramente un bell'esempio di umana solidarietà quello della gente di Lampedusa.Peccato che siano un pugno di persone,in confronto alle moltitudini di individui egoisti.
Cristiana