domenica 19 ottobre 2008

Il Papa povero denuncia la scienza ricca.


Le ultime esternazioni papali contro la scienza, che sta sulle scatole del Vaticano dall'inizio della cristianità perchè l'unica reale minaccia alla credulità popolare che alimenta le religioni, saprebbero di tragico, se non avessero un retrogusto ridicolo. Nell'ennesimo tentativo di screditare i liberi pensatori (come sono, per esempio, coloro che non hanno voluto che pontificasse alla Sapienza) papa Ratzinger osa dire che la scienza è arrogante e troppo spesso guidata dai facili guadagni. 
Sorvolando pietosamente sull'arroganza, atteggiamento tipico di chi ritiene di avere sempre ragione (come, per esempio, chi sostiene di essere guidato personalmente dal Padreterno), il richiamo all'amore per il danaro si è rivelato un autogol fenomenale. 
Anche se ufficialmente il Papa non ha stipendio, è tra i pochi capi di stato che ha a disposizione un'intera banca, lo Ior, famosa più per manovre oscure che per abnegazione verso il prossimo. A tal riguardo consiglio la lettura del post di Anna
La chiesa cattolica si è costruita un'aura di bontà grazie alla propria carità cristiana, ma quest'ultima rappresenta una briciola del totale delle attività della Chiesa, la briciola che consente di sdoganare tutto il resto presso i fedeli. Non solo. Se la chiesa non risucchiasse enormi risorse in danaro dallo Stato Italia, con la colpevole complicità di una classe politica inginocchiata al potere temporale del Papa, questo paese verserebbe in condizioni senz'altro migliori.
Appena l'anno scorso, durante il governo Prodi, la mozione proposta dai senatori di sinistra Turigliatto e Rossi  di eliminare l'Ici per coloro che erano intestatari della sola casa in cui abitavano non passò per un solo voto, consentendo a Berlusconi di fare dell'abolizione della stessa tassa un vessillo nella successiva campagna elettorale. Nella stessa occasione, al contrario, la proposta per introdurre l'Ici sugli immobili della chiesa adibiti ad uso commerciale (basti pensare alle scuole private, agli ospedali o alle università cattoliche o ai ricchi shopping point delle basiliche o ai negozi delle Edizioni Paoline) fu bocciata addirittura per 240 voti contro 12 (48 senatori comunque stipendiati si astennero). 
Alla luce di questi fatti è sempre più evidente che lo Stato Italiano è la succursale economicamente sfortunata dello Stato Pontificio, che divora danaro italiano e digerisce imposizioni e direttive. 
Il rapporto tra i due è talmente squilibrato che l'Unione Europea ha richiesto più volte all'Italia di elencare dettagliatamente i beni della Santa Sede esentati dall’Ici ed anche l’ammontare di quanto sarebbe annualmente dovuto se non ci fosse esenzione. L'Ue infatti ipotizzava, quando la legge sull'ici era diversa dall'attuale, che l'esenzione concessa alla chiesa potesse essere incompatibile con le normative europee in materia di aiuti di Stato. Oltre che con le più elementari norme di buon senso, dal momento che non è certo l'unico bonus che lo Stato sedicente Italiano concedeva e continua ad offrire al Vaticano. E non è peregrina l'dea che l'Ici possa essere stata abolita anche per svincolare il Vaticano da ingerenze europee.
Ma veniamo al grosso!
Il solo finanziamento apparentemente volontario dell'8 per mille porta nelle tasche di Ratzinger circa un miliardo di euro l'anno, soldi che non vanno affatto in beneficenza, come tentano di farci credere ogni anno con costosi spot televisivi. Solo una cifra stimata per eccesso nella percentuale del 20% va in opere di carità, il restante va ovviamente nel sostentamento del clero ed alle esigenze di culto. Per esempio nei crocefissi d'oro, nelle scarpette o negli ermellini del Papa. Dicevo che il meccanismo dell'8 per mille è solo apparentemente volontario. Si stima che solo un terzo degli italiani scelgano a chi destinare il proprio 8 per mille, e la legge che lo regola prevedere che per le dichiarazioni nelle quali non si è operata scelta i soldi si ridistribuiscano in proporzione alle scelte espresse. E dal momento che la chiesa cattolica è scelta dall'85 per cento di quel terzo degli italiani che esprime una volontà, anche l'85 per cento dell'8 per mille dei due terzi degli italiani che non scelgono va alla chiesa cattolica. Insomma la si finanzia anche quando non lo si vuole o non lo si sa. Al miliardo di euro dell'8 per mille lo Stato Italiano aggiunge di suo un altro contributo più o meno equivalente sotto forma di stipendi per gli insegnanti della religione cattolica (478 milioni di euro solo nel 2004 più 19 milioni per l'assunzione in ruolo), finanziamenti per le scuole cattoliche (258 milioni), per le cinque Università Cattoliche (44 milioni) e per il campus biomedico dell'Opus Dei (20 milioni), finanziamenti agli oratori (2,5 milioni), buoni scuola per gli studenti delle scuole cattoliche (18 milioni), costruzione e ristrutturazione di edifici religiosi (11 milioni), stipendi per i cappellani militari (8 milioni), fondo di previdenza del clero (7 milioni), fondo di sicurezza sociale dei dipendenti vaticani (9 milioni), forniture d'acqua alla Città del Vaticano (25 milioni, ma quanto beve 'sto tedesco?). E non è stata conteggiata la grossa percentuale degli stanziamenti per la sanità che vanno a strutture mediche gestite da istituzioni cattoliche (5 milioni solo per l'ospedale di Padre Pio a San Giovanni Rotondo). Sommando tutti i bonus ed i contributi diretti ed indiretti concessi al Vaticano si arriva in scioltezza ai tre miliardi di euro. E parliamo di dati relativi a quattro anni fa! 
Ci aggiungiamo i mancati introiti per le esenzioni fiscali di ogni genere, delle quali l'Ici è solo un esempio? Gli enti ecclesiastici sono all'incirca 59.000 e posseggono solo in Italia 90.000 immobili dal valore stimato ovviamente per difetto di 30 miliardi di euro. Una montagna di denaro esente da imposte sui fabbricati, sui terreni, sul reddito delle persone giuridiche, sulle compravendite e sull'Iva. Si arriva in questo modo ad un esborso, per lo Stato sedicente Italiano, di 9 miliardi di euro l'anno. Alle esenzioni fiscali statali poi si aggiungono quelle locali, come l'Ici, mai incassata durante gli anni in cui era in vigore a pieno regime. I comuni italiani perdono così 2 miliardi e 250 milioni di euro l'anno. 
Insomma noi italiani, proprio come da sudditi dello Stato Pontificio, sborsiamo ogni anno circa 12 miliardi di euro per sostenere la Chiesa cattolica, ossia quasi la metà di una media manovra finanziaria. Quanto investiamo invece nella ricerca scientifica? Non credo la medesima cifra. 
Non è arbitrario considerare che senza i privilegi concessi alla Chiesa lo Stato Italiano potrebbe dimezzare le tasse ai propri contribuenti, con buona pace degli schieramenti politici che lamentano un eccessivo carico fiscale ma che restano saldamenti ancorati alle sottane di Santa Madre Chiesa.
Cito dal fondamentale libro di Piergiorgio Odifreddi "Perchè Non Possiamo Essere Cristiani (E Men Che Mai Cattolici)": "E' naturalmente ironico che a possedere un tale tesoro, che si può globalmente valutare ad alcune centinaia di miliardi di euro, e a non pagarci neppure sopra le tasse, siano proprio coloro che dicono di ispirarsi agli insegnamenti di qualcuno che predicava Beati I Poveri e Date A Cesare Quel Che E' Di Cesare, facendo letterali miracoli pur di permettere ai suoi apostoli di pagare anche una sola moneta di tributo."
Proprio pochi giorni fa, in occasione dell'esplosione della crisi finanziaria mondiale, sempre Ratzinger ha cercato di consolare i risparmiatori preoccupati con le parole: "I soldi scompaiono, solo la parola di Dio è solida." Ha ragione, scompaiono. Ed ora sappiamo anche dove ricompaiono.

9 commenti:

rosalbas ha detto...

Finalmente molte persone stanno capendo la realtà!!! Sono contenta che almeno nella rete queste notizie circolino. Noi dell'Uaar www.uaar.it abbiamo iniziato venti anni fa a spiegare queste cose...Gli effetti si stanno avvertendo e lo ha avvertito anche il VATICANO con 36 milioni di euro in meno elargiti con l'otto per mille!
Continuiamo così per abbattere i privilegi di casta!

http://neroassenso.splinder.com/post/17097800/Sperpero+di+danaro+pubblico

Padre Joseph ha detto...

Kvante storie per tue spicciolen...

adestra ha detto...

Noi, continuando ad essere cattolici e di destra, siamo contrari a certi concetti che rallentano i processi di ricerca indirizzati al rendere meno dolorosa la vita di certe persone. Siamo altrettanto contrari a certe mercificazioni opposte a quelle che intendete per vaticane.
Abbiamo a suo tempo anche condannato chi non ha permesso al Papa di parlare alla Sapienza in quanto noi siamo per il dialogo a prescindere e non ci fermiamo mai, anche se la parte avversa tenta di non concedere il diritto di parola in quanto lo riteniamo rivelatore di un aspetto perdente.

luca ha detto...

Io dico eravamo riusciti ad appioppare il Papa ai francesi, non potevamo lasciarglielo per sempre?

Anna ha detto...

Grazie per la citazione.
Tu riesci ad essere sempre più puntuale di me nelle esposizioni ed interpreti il mio pensiero in maniera magistrale.La scienza fa paura perché pone domande e cerca di dare risposte al posto di una fede cieca che il vaticano cavalca per i suoi esclusivi interessi di danaro. Che poi è potere.

Anonymous ha detto...

E' giusto togliere tutti questi privilegi alla chiesa cattolica e distribuire questa enorme ricchezza ai veri poveri.

marina ha detto...

solo la parola di dio è solida e naturalmente la fortuna della chiesa cattolica, fortuna come hai ricordato tu con molti zeri.
Quando aboliremo il Concordato?
ciao, marina

Carmine Volpe ha detto...

mi piacciono molto quello che dici, speie sui motivi economici, la chiesa è molto ma molto privilegiata, è facile parlare con le tasche piene

Daniele Verzetti il Rockpoeta ha detto...

Mi chiedo come sia possibile che i cattolici veri, quelli sinceramente credenti e non quelli ipocriti o finti, non si scandalizzino e non chiedano loro per primi un Vaticano differente.